Canadiens: St-Louis parla alla vigilia della sua 300ª partita

Intervista a Martin St-Louis

Prima che i Montreal Canadiens affrontassero i Dallas Stars giovedì sera, in quella che sarebbe stata la 300ª partita dell’allenatore Martin St-Louis alla guida della squadra, il coach ha rilasciato un’intervista esclusiva alla rete sportiva francese RDS, condividendo alcune riflessioni interessanti.

Il percorso di St-Louis

Da quando è diventato l’allenatore della franchigia più storica dell’hockey, il nativo di Laval ha accumulato un record di 125 vittorie, 136 sconfitte e 39 pareggi, riuscendo a raddrizzare notevolmente la situazione. Tuttavia, quando gli è stato chiesto perché stia avendo successo dove numerosi giocatori di fama, come Wayne Gretzky, hanno fallito, St-Louis ha risposto immediatamente:

“Cosa significa avere successo? Non ho ancora fatto nulla.”

Umile come sempre, ha spiegato che è troppo presto per valutare il suo operato e che, una volta che lascerà la squadra, se avrà lasciato l’organizzazione in una posizione migliore rispetto a quando è arrivato, potrà considerarsi soddisfatto. Per ora, è contento della situazione attuale, ma questo è tutto.

Situazione attuale della squadra

I Canadiens hanno subito una pesante sconfitta, la più grande dall’ultimo dicembre. Kent Hughes, il general manager, si è informato su un grande attaccante, mentre un ex portiere dei Canadiens ha avuto un buon inizio di stagione. Parlando dello stato attuale della sua squadra, St-Louis ha dichiarato di avere una chiara idea di come vogliono giocare su entrambi i lati del disco e di aver fissato le proprie aspettative, riuscendo a ignorare il rumore esterno.

È orgoglioso dei progressi compiuti finora, ma non riesce a individuare un singolo giocatore che spicchi; per lui, è stato un processo collettivo, e il miglioramento di tutti ha permesso alla squadra di raggiungere la posizione attuale.

Riflessioni su Cole Caufield e Nick Suzuki

Quando gli è stato chiesto specificamente di Cole Caufield, ha affermato di essere orgoglioso di lui, sottolineando l’eccellente progresso che ha fatto. Se si torna indietro di 250 partite, non è lo stesso giocatore. Anche se continua a segnare, ora può giocare un hockey completo e affrontare qualsiasi accoppiamento gli venga proposto. Per l’allenatore dei Canadiens, un giocatore di hockey diventa tale quando riesce a soddisfare le esigenze del gioco sul ghiaccio, piuttosto che limitarsi a fare ciò che gli piace.

St-Louis ha avuto molto da dire anche sul suo capitano, Nick Suzuki. Ha lodato il 26enne non solo per il suo gioco, ma anche per il modo in cui guida con l’esempio sul ghiaccio e per la sua crescita nel ruolo di leader. Non gli è mai stato detto come guidare, ma ha trovato il suo modo e ha acquisito fiducia nel suo ruolo.

Conclusione

Anche se è stata un’intervista breve, è stata interessante e ha messo in luce il pensiero di St-Louis. L’allenatore dei Canadiens ha sempre qualcosa di interessante da dire, e ciò che vedi è ciò che ottieni.

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