ZURIGO – Maren Mjelde e l’Inno della Norvegia
Maren Mjelde aveva cantato l’inno della Norvegia 180 volte prima, ma mentre si allineava per l’apertura di Euro 2025 contro gli ospitanti Svizzera il 2 luglio, questa interpretazione di “Ja, vi elsker dette landet” (Sì, amiamo questo paese) era particolarmente toccante. Segnava il suo nono torneo importante e rappresentava anche un momento di auto-gratificazione.
Il Ritorno dopo l’Infortunio
Solo tre mesi prima, la difensore 35enne aveva subito una parziale rottura del tendine d’Achille e le era stato detto che era improbabile che fosse in forma per il torneo. Tuttavia, proprio come nel 2022, quando le era stato comunicato che avrebbe potuto avere problemi a camminare di nuovo dopo un infortunio al ginocchio, il richiamo a giocare per il suo paese in un torneo importante ha spinto il suo corpo oltre la barriera del dolore, confondendo le previsioni mediche.
Una Carriera Illustre
Lo status di Mjelde come una delle più grandi giocatrici della Norvegia era già consolidato prima dell’inizio di Euro 2025. La sua carriera nei club l’ha portata dalla squadra locale Arna-Bjørnar a club in Germania, Svezia e Norvegia, fino ad approdare al Chelsea nel 2017, dove ha collezionato 140 presenze, vinto sei titoli di Women’s Super League e quattro FA Cups, guadagnandosi il soprannome di “Rolls Royce del calcio” dal leggendario allenatore Emma Hayes.
Il Ruolo nella Nazionale
Mjelde è stata una figura chiave per la nazionale norvegese sin dal suo debutto internazionale 18 anni fa; attraverso tutti i trionfi e le tribolazioni, è stata una costante affidabile ed è stata capitano per oltre un decennio. Ora, mentre la Norvegia si prepara per un quarto di finale contro l’Italia mercoledì, Mjelde è a sette presenze dal superare il record di Hege Riise per diventare la giocatrice con più presenze della sua nazione.
Le Origini e le Scelte di Carriera
Mjelde deve molto ad Arna-Bjørnar; è lì che ha costruito la sua carriera. Ha iniziato a giocare a calcio con suo fratello e i suoi amici, unendosi alla squadra maschile, e alla fine ha impressionato abbastanza da ricevere una convocazione per la squadra femminile under-17 della Norvegia all’età di 14 anni. Era una difensore talentuosa, ma anche una brillante giocatrice di pallamano. Quando ha dovuto scegliere un college a 16 anni, ha dato priorità alla pallamano.
Le Prime Esperienze Internazionali
Incredibilmente, solo due anni dopo, in un contesto di disarmonia, quando cinque giocatrici esperte boicottarono la squadra dopo aver litigato con l’allora allenatore Bjarne Berntsen, Mjelde fu promossa nella prima squadra della Norvegia per Euro 2009. La Norvegia raggiunse le semifinali, dove perse contro una Germania che aveva vinto sei Euro consecutivi dal 1995 al 2013.
“Penso che questo sia probabilmente il miglior ricordo di giocare per la nazionale,” dice Mjelde a ESPN.
Le Difficoltà e il Ritorno
Per gran parte della carriera di Mjelde, era stata fortunata con gli infortuni e riuscì a partecipare a sette tornei importanti per la Norvegia con pochissimi problemi. Poi, un pomeriggio a Vicarage Road, durante la finale della Conti Cup tra Chelsea e Bristol City, il 14 marzo 2021, Mjelde subì un grave infortunio. Il suo ritorno fu arduo e richiese un lungo processo di riabilitazione.
“Ho faticato a camminare correttamente dopo 3½ mesi,” dice. “Ero tipo ‘se non riesco a camminare ora, come farò a correre?”
Il Futuro e le Aspirazioni
Mjelde fu convocata nella rosa preliminare della Norvegia per gli Europei come 24esima giocatrice e, nonostante le difficoltà, ha dimostrato di essere una risorsa fondamentale per la squadra. Con tre vittorie su tre, la Norvegia ha chiuso al primo posto del Gruppo A e avrà buone possibilità di raggiungere le semifinali.
Mjelde insiste che non c’è una sola ragione per cui alcune campagne non hanno funzionato, ma il livello complessivo del calcio femminile sta migliorando anno dopo anno, quindi è più difficile che mai vincere tornei importanti. Quest’anno, però, c’è un’ottimistica calma nel campo norvegese che la squadra possa raggiungere qualcosa di speciale.
“Sono davvero felice di aver visto tutto,” dice Mjelde. “Essere capitano della Norvegia per 10 anni è stata un’incredibile onore. Non cambierei nulla per niente.”