I Thunder pareggiano con i Pacers: Attiviamo il Panic Meter delle NBA Finals!

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Iscriviti alla nostra newsletter quotidiana NBA per ricevere La Bounce direttamente nella tua casella di posta elettronica. In questa data sono accaduti tre eventi significativi nella storia della NBA:

  • 1980: i Celtics si sono posizionati per un enorme successo scambiando la scelta numero 1 assoluta e Rickey Brown con i Warriors in cambio di Robert Parish e la terza scelta assoluta. Queste scelte si sono rivelate decisive nello scambio di Joe Barry Carroll per Kevin McHale.
  • 15 giugno 1985: Kareem Abdul-Jabbar, a 38 anni, è stato unanimemente eletto MVP più anziano delle Finals di sempre dopo aver battuto i Celtics.
  • 1987: Magic Johnson ha imitato Abdul-Jabbar con il suo “junior, junior sky hook” per conquistare Gara 4 delle Finals contro Boston.

I Thunder deludono i Pacers da un ritorno

È sorprendente come i Pacers abbiano influenzato il nostro modo di osservare questa serie playoff. Nonostante i Thunder avessero raggiunto un vantaggio di 22 punti nel quarto quarto di Gara 2, non si poteva escludere completamente la possibilità di un ritorno dei Pacers. In questa partita, i Pacers hanno faticato, non riuscendo a replicare il loro successo da 3 punti obiettivo nella Gara 1. Non sono riusciti a contenere Shai Gilgeous-Alexander e non hanno dominato i rimbalzi. L’Indiana è stata sopraffatta da ogni aspetto del gioco condotto da OKC.

Nonostante il vantaggio, i Thunder si sono assicurati la vittoria senza alcun dubbio, chiudendo con un punteggio di 123-107. È vero che i Thunder stanno vincendo con una facilità storica: hanno stabilito il record per il maggior numero di vittorie in doppia cifra nella NBA nella stagione attuale. Sulla base solo di queste vittorie, avrebbero il terzo maggior numero di successi e sarebbero il primo seme a Ovest.

I Thunder risolvono i problemi di Gara 1

Le correzioni hanno aiutato Gilgeous-Alexander a brillare in questa partita: ha segnato 34 punti con 11 su 21 tiri e 11 su 12 dalla linea dei tiri liberi, portando il totale a 72 punti con 25 su 51 tiri nelle prime due partite. SGA ha anche registrato otto assist. I Pacers, cercando di replicare la strategia di fermare l’MVP della Lega, hanno fallito in modo evidente.

La squadra necessita di maggiore aggressività da parte di Tyrese Haliburton, che non è riuscito a ingranare in questa partita. Indiana deve dare a Pascal Siakam migliori opportunità di segnare e generare situazioni favorevoli come nella Gara 1. È inaccettabile che Obi Toppin abbia realizzato lo stesso numero di tiri di James Johnson in “garbage time” (uno in tutto, tra l’altro).

Panic Meter delle NBA Finals

Entrambe le squadre torneranno a Indianapolis per Gara 3 mercoledì, il che ci darà tempo per analizzare le loro possibilità future. I buzzer-beater possono rivelarsi il peggior incubo per uno scrittore, poiché possono compromettere tutto il tuo lavoro precedente. La nuova stella SGA ha collezionato 3.000 punti nella stagione, diventando il 12° giocatore nella storia NBA a farlo.

Passi avanti per coach Carlisle e Haliburton

Rick Carlisle e Haliburton hanno dovuto fare dei progressi, ed è così che entrambi sono riusciti a raggiungere le NBA Finals. Quando arrivi nel round finale, amicizie e rivalità non contano: chiedi a SGA e Andrew Nembhard. Oggi, “NBA Daily” discute di come la Liga abbia creato confusione nella visualizzazione del trofeo Larry O’Brien durante le trasmissioni.

Celebrare Don Nelson

Prima di Gara 2, la NBA ha riportato sulla scena un volto noto: il Hall of Famer Don Nelson, che è stato onorato con il Chuck Daly Lifetime Achievement Award dalla National Basketball Coaches Association. Nonostante non avesse lasciato le Hawaii per sette anni, Rick Carlisle è riuscito a portarlo a Oklahoma City per il premio. L’innovazione di Nelson nel basket lo ha reso una figura chiave nel panorama della NBA, chiudendo la carriera con 1.335 vittorie, il secondo numero più alto di sempre, e 75 vittorie nei playoff.

Buon compleanno ad Allen Iverson

Infine, mentre celebriamo il 50° compleanno di Allen Iverson, riflettiamo sulla sua influenza culturale e sportiva. La sua presenza ha riscoperto il significato di essere un giocatore di basket, portando nuove estetiche e stili al gioco. In un paesaggio dominato dai social media e dall’analisi, Iverson rimane un’icona senza tempo, un simbolo di come il basket possa essere sia un’arte che uno sport.