Il calciatore di cui non possiamo parlare e il ‘fallimento sistemico’ del calcio nella gestione della violenza sessuale

Il Dilemma di Faith e il Calcio

Faith ama la sua squadra di calcio e ha seguito le sue vicende per quanto riesca a ricordare. Tuttavia, il suo amore è stato messo a dura prova nelle ultime stagioni dalla decisione del club di non sospendere un calciatore accusato di violenza sessuale da quattro donne diverse. Arrestato e interrogato dalla polizia nel luglio 2022, il giocatore è stato nuovamente interrogato altre due volte nel 2023. Ora spetta alla Crown Prosecution Service (CPS), l’agenzia pubblica che conduce le indagini penali in Inghilterra e Galles, decidere se accusarlo degli illeciti presunti.

I Sentimenti di Faith

Nel frattempo, ha continuato a giocare per la sua squadra di Premier League, ma la sua presenza in campo è stata difficile da vedere per Faith.

“Per la prima volta in vita mia, ho guardato una partita e non volevo nemmeno che vincessimo. Pensavo solo: ‘È così sbagliato’ e non riuscivo a superare l’idea che lui sarà sempre parte della nostra storia. È sconvolgente.”

Non possiamo nominare il giocatore o la sua squadra per motivi legali, né possiamo identificare le donne che hanno presentato denunce, poiché nel Regno Unito le presunte vittime di abusi sessuali hanno diritto all’anonimato a vita. La legislazione del Regno Unito mantiene un rigoroso rispetto del diritto alla privacy.

Il Ruolo dei Club e delle Autorità

Questa incoerenza nell’approccio del calcio a queste situazioni è senza dubbio problematica; c’è anche una mancanza di coerenza all’interno dello sport.

“È un fallimento sistemico,”

afferma Nazir Afzal, ex procuratore capo della Corona per il Nord Ovest dell’Inghilterra. Il nostro sistema è molto rigoroso riguardo la privacy, come è stato ribadito da una recente sentenza della Corte Suprema sul caso Bloomberg LP v ZXC, in cui si stabilisce che qualcuno sotto indagine penale ha diritto a una “ragionevole aspettativa di privacy” fino all’accusa formale.

Dev Kumar Parmar, direttore di Parmars Sports, spiega: “Dal punto di vista legale, capisco perfettamente perché un club continuerebbe a far giocare una persona che non è stata accusata di alcun reato… Ma c’è anche un dovere di protezione nei confronti del proprio dipendente, che non è colpevole fino a prova contraria.”

Le Opinioni di Tifosi e Esperti

Dino Nocivelli, avvocato specializzato in richieste di risarcimento per abusi sessuali, afferma:

“Il fatto che l’imputato in questi casi possa continuare la sua vita professionale è sbagliato e invia chiaramente un messaggio errato riguardo accuse così gravi come stupro e violenza sessuale.”

Afzal crede che i club “si nascondano dietro il processo legale” e che il calcio dovrebbe usare il fardello della prova civile per decidere se un giocatore debba essere licenziato. I club dovrebbero seguire una politica uniforme nell’intera industria. “Tutti i calciatori sotto indagine per accuse così gravi dovrebbero essere sospesi. Vedere qualcuno accusato di quattro conteggi di stupro giocare ogni settimana è uno schiaffo in faccia ai sopravvissuti.”

La Necessità di Riforma

Una campagna guidata dalla End Violence Against Women Coalition ha chiesto alla Premier League e alla FA chiare politiche di condotta sessuale.

“Finora, la Premier League ha introdotto una formazione obbligatoria sul consenso, ma ha mancato di coinvolgere esperti di giustizia di genere e donne nello sviluppo di questo programma,”

afferma Seyi Falodun-Liburd, co-direttore di Level Up.

La Premier League ha collaborato con una società per fornire formazione regolare sulla protezione, ma non ha ancora effettuato un audit per questa stagione.

“Essendo lo sport più popolare nel Regno Unito, il calcio ha il potere di cambiare le percezioni e i comportamenti pubblici,”

conclude Falodun-Liburd.

Conclusioni

I tifosi, come Faith, desiderano che i club facciano parte della soluzione, non del problema.

“Il calcio sembra prendere questa questione meno seriamente di due persone che discutono tra loro su Twitter. Dovrebbe esserci anche un impegno a fornire un supporto reale a tutte le vittime.”