Il licenziamento di Tom Thibodeau da parte dei Knicks: Cosa ci aspettiamo dagli allenatori NBA?

Il licenziamento di Tom Thibodeau

Il licenziamento di Tom Thibodeau da parte dei New York Knicks ha sollevato importanti interrogativi sull’attesa nei confronti degli allenatori NBA. Durante un dibattito tra candidati democratici per il sindaco di New York City, molti dei partecipanti sono stati chiamati a esprimere la loro opinione su questa controversa decisione, dopo che i Knicks avevano subito una sconfitta nelle finali della Eastern Conference contro gli Indiana Pacers. La maggior parte dei candidati si è opposta alla scelta di licenziare Thibodeau, mentre Michael Blake ha difeso la posizione di James Dolan e Leon Rose, dichiarando:

“Il nostro obiettivo è vincere le finali, non limitarsi ad arrivare alle finali di conference.”

Il contesto della stagione

In effetti, l’opinione predominante tra i candidati sembra riflettere quella della maggior parte degli appassionati di sport. Thibodeau aveva appena guidato i Knicks a un traguardo significativo, portandoli a competere tra le ultime quattro squadre per la prima volta in 25 anni e a raggiungere 51 vittorie, tornando ad essere una squadra competitiva nella Eastern Conference, in parte grazie al trade con Karl-Anthony Towns avvenuto all’inizio del training camp. I Knicks hanno mostrato una performance notevole, conquistando due vittorie nei playoff, inclusa una contro i campioni in carica, e affrontando una finale di conference che avrebbe potuto prendere una piega diversa se non avessero commesso un errore storico in Gara 1.

Il merito e la stagione conclusa

La stagione dei Knicks si è conclusa, e il ricordo di Gara 1 è destinato a perseguitarli a lungo. In un contesto in cui il merito e le prestazioni dovrebbero prevalere, emerge il dubbio: Thibodeau merita davvero di essere licenziato? Gli sport dovrebbero essere un ambito in cui il merito conta. L’allenatore dei Pacers, Rick Carlisle, ha commentato il licenziamento di Thibodeau dicendo:

“Quando l’ho visto per la prima volta, pensavo fosse una notizia falsa generata dall’IA.”

Tuttavia, il concetto di merito è complesso e può avere interpretazioni diverse. Siamo stati abituati a pensare agli sport come a un’attività orientata ai risultati, ma la realtà è più sfumata.

Allineamento organizzativo

Il commento di Blake sottolinea come, se vincere un titolo è l’unico obiettivo, la NBA diventa un gioco a somma zero: solo una squadra può esserne felice. Se una squadra non riesce a vincere, si cerca una spiegazione. Se Thibodeau non è riuscito a unificare uno spogliatoio spaccato o a massimizzare le capacità della sua squadra, perché dovrebbe rimanere? Un altro aspetto cruciale da considerare è l’allineamento organizzativo, che comprende tutte le figure coinvolte: dalla proprietà alla gestione, fino all’allenatore e ai giocatori. Se mancasse fiducia in questo cerchio, le cose potrebbero deteriorarsi rapidamente. Ma se credi che questo allineamento sia fondamentale per vincere, allora bisognerebbe riflettere su documentari come The Last Dance.

Scontri e domande aperte

Scontri tra le credenze riguardo al merito e il reale funzionamento di una squadra sono emersi in altre situazioni, come quelle dei Denver Nuggets. Michael Malone, che ha condotto i Nuggets alla vittoria del campionato solo due stagioni fa, è stato licenziato, alimentando il dibattito sull’importanza delle prestazioni rispetto alle dinamiche interne. A dispetto del trionfo, la gestione dei Nuggets ha ritenuto che l’armonia organizzativa non fosse stata raggiunta. Nel caso di Malone, lo scontro con la dirigenza era una questione nota e non l’ennesimo problema imprevisto.

Se i Nuggets avessero licenziato Malone dopo la scorsa stagione, o se i Knicks avessero fatto lo stesso con il loro allenatore di lungo corso prima dei playoff, la situazione sarebbe stata molto diversa. In un panorama dove il tempo per costruire un progetto vincente è sempre più limitato, ogni decisione conta e il cambiamento frequente dei tecnici ne è una diretta conseguenza.

Conclusione

La questione non è se le scelte siano giuste o sbagliate, ma perché possano risultare valide e infondate nello stesso tempo. “Meritare” è un concetto nebuloso quando si tratta di gestire una squadra NBA, e mai come ora è complicato definire cosa significhi effettivamente così. La classica giustificazione dell’impatto dei contratti brevi e delle pressioni crescenti porta gli allenatori a essere messi in discussione. In definitiva, l’argomento resta aperto: cosa ci aspettiamo realmente dagli allenatori NBA?