Il pranzo al Palazzo dell’Elysée
Il 23 novembre 2010, al Palazzo dell’Elysée, la residenza ufficiale del presidente francese, si è tenuto un pranzo con ospiti di spicco, tra cui lo sceicco Tamim Bin Hamad al-Thani, ora Emir del Qatar, e Hamad bin Jassim bin Jaber al-Thani, all’epoca primo ministro del Qatar. Presenti anche il leggendario calciatore francese Michel Platini, allora presidente della UEFA.
Platini si recò al palazzo aspettandosi un’udienza privata con Sarkozy, ma si trovò a conversare con l’illustre delegazione qatariota. Quando il voto si tenne a Zurigo nove giorni dopo, Platini influenzò il voto a favore del Qatar, sostenendo che la sua unica motivazione era “ciò che è buono per il calcio” e negando di aver subito pressioni politiche.
“Ho capito che Sarkozy appoggiava la candidatura del Qatar, ma non mi ha mai chiesto di votare per il Qatar o per la Russia” – Michel Platini, al Guardian nel 2013.
Relazioni tra Francia e Qatar
La Francia e il Qatar sono stati alleati sin dalla declarazione di indipendenza del Qatar nel 1971. Nel 1994, le due nazioni firmarono un accordo di difesa. Sotto la presidenza di Sarkozy, tra il 2007 e il 2012, gli investimenti qatarioti nell’industria francese e nel mercato immobiliare parigino crebbero notevolmente.
Il Qatar Sports Investment (QSI) acquisì inizialmente il 70% del Paris Saint-Germain, investendo 50 milioni di euro nel giugno del 2011, il che suscitò l’interesse più alto del governo francese. Platini affermò di “sapere che Sarkozy voleva che gli investitori qatarioti acquistassero il PSG”.
Le difficoltà del PSG e il cambiamento di gestione
Nel 2010, il PSG attraversava difficoltà economiche, avendo vinto solo due titoli di Ligue 1 nella sua storia. Sotto la proprietà della Colony Capital, il club concluse le sue quattro stagioni rispettivamente al 15°, 16°, 6° e 13° posto. Tuttavia, con il supporto del Qatar, le cose cambiarono e Forbes valuta ora il PSG a 4,4 miliardi di dollari.
Sul campo, il club ha vinto 11 dei 13 titoli di Ligue 1 e si appresta a confrontarsi con l’Inter nella finale di Champions League, un obiettivo ambito già dichiarato dai proprietari sin dal loro ingresso nel club.
Obiettivi e aspettative del Qatar
Il presidente qatariota, Nasser Al-Khelaifi, aveva previsto di vincere la Champions League entro il 2015, obiettivo poi posticipato. Al-Khelaifi ha dichiarato: “Volevamo costruire un marchio”, e ha cercato inoltre protezione e influenza attraverso l’acquisizione.
Il dottor David Roberts, esperto di sicurezza internazionale, suggerisce che l’acquisizione del PSG era principalmente una questione di sicurezza, affermando che “si tratta di sicurezza tramite visibilità”.
Tensioni geopolitiche e investimenti qatarioti
Negli anni ’70, il Qatar era quasi anonimo a livello internazionale, ma sotto il governo dello sceicco Hamad bin Khalifa Al Thani, ha cercato di rafforzare i legami economici e diplomatici. Nel 2017, il Qatar ha affrontato un blocco commerciale, ma ha continuato ad attrarre investimenti.
Il PSG è diventato una parte centrale del portafoglio di investimenti qatarioti in Europa, offrendo al Qatar un’opportunità per migliorare le relazioni con la Francia.
Possibili futuri sviluppi e ambizioni
Alla fine del 2022, si sono diffuse voci di una possibile vendita del PSG, ma i funzionari hanno smentito tali affermazioni. Le questioni sulla sostenibilità del progetto rimangono, e con la finale di Champions League all’orizzonte, la vittoria rappresenterebbe un ulteriore ritorno per il Qatar.
La domanda resta: il PSG ha già adempiuto al suo scopo?