Introduzione
Cinquantanove partite giocate, cinquantanove partite senza trofei da mostrare. E ora altre tre all’orizzonte con il Club World Cup, senza contare gli impegni internazionali. Niente vacanze, niente fughe dalla realtà: calcio, calcio e ancora calcio. I corpi dei giocatori dell’Inter devono pulsare e dolere. I chilometri sul contachilometri stanno superando il limite. Il tempo bussa forte all’orologio di alcuni veterani come Yann Sommer, Henrikh Mkhitaryan, Francesco Acerbi e Matteo Darmian.
La fisioterapia aiuta, gli infortuni si curano, il dolore fisico svanisce, ma l’angoscia mentale persiste: i rimpianti si rincorrono incessanti nella loro mente. Col tempo, però, potrebbero affievolirsi e smettere di tormentare. Eppure, il costo di inseguire un sogno può trasformarsi in un incubo continuo.
La Finale di Champions League
Dopo la pesante sconfitta per 5-0 contro il Paris Saint-Germain in finale di Champions League, alcuni giocatori dell’Inter sono crollati a terra, altri si sono accovacciati. Federico Dimarco, tifoso interista da sempre, ha osservato dalla panchina senza realmente vedere nulla. Simone Inzaghi lo ha sostituito al 54′ minuto, dopo che gli attaccanti del PSG avevano messo in difficoltà la sua prestazione. È stata una mancanza di dignità, ma anche un atto di pietà; non sarebbe dovuto rientrare per il secondo tempo.
Con un punteggio di 4-0 a sfavore, gli ultras del PSG, immersi nei colori fluorescenti dei loro fumogeni, hanno accompagnato ogni giocata della loro squadra con un canto, richiamando il famoso ‘Ole’. Alla vigilia della partita, Inzaghi aveva dichiarato di voler mantenere il possesso, di non voler permettere al PSG di avere la palla; ma in campo, la loro mancanza di capacità di recupero è stata evidente. È stata un’umiliazione.
L’umiliazione e il confronto con il PSG
Quando Senny Mayulu ha siglato il quinto gol, aggiungendo il suo nome a quello di Doue nella lista dei più giovani marcatori in una finale di Champions League, il PSG ha messo in mostra l’Inter come mai nessun avversario era riuscito a fare in questa stagione. Un margine di vittoria record è stato, da un lato, merito della squadra parigina, che in campionato aveva subito gol solo una volta e aveva sfigurato solo per 16 minuti nella Champions.
Quanto al PSG, la prestazione dell’Inter è stata un’anomalia, uno strappo alla regola per una squadra che aveva recentemente dato prova di grande carattere e qualità. Due anni dopo aver sfidato ampiamente le aspettative a Istanbul, l’Inter si è trovata dall’altra parte di una finale che ha scoperchiato la sua vulnerabilità in modo imbarazzante.
La tristezza di una sconfitta
È stata una notte triste. La giornata era iniziata con la notizia della morte di Ernesto Pellegrini, ex presidente dell’Inter negli anni ’80. Sui gradoni dello stadio, gli ultras famosi per le loro spettacolari coreografie pre-partita, hanno disertato la scena, poiché molti dei loro leader sono stati arrestati nell’ambito dell’infiltrazione della Curva Nord da parte della ‘Ndrangheta.
Il clamoroso avvio del PSG ha zittito i tifosi interisti, strappando loro il respiro. Quando Achraf Hakimi, ex giocatore dell’Inter, ha segnato il primo gol per il PSG, il suo rifiuto di festeggiare ha scaldato poco gli animi. Le gesta di Gigio Donnarumma in porta per il PSG, non si sono rivelate necessarie. L’Inter ha registrato i suoi soli tiri in porta al 75′ e all’84’ minuto, ben poco per una squadra che ha segnato 114 gol in stagione.
Le pressioni e il futuro dell’Inter
La delusione aveva pesato nei giorni antecedenti alla finale di Champions League, incrementando ulteriormente la pressione sui giocatori. Hanno tentato di mantenere un atteggiamento coraggioso, ma i media continuavano a rilevare il peso del passato. Questa squadra ha conosciuto grandissimi successi, avendo conquistato praticamente tutto a livello nazionale. Ma è altresì vero che ha subito troppe perdite.
Bisogna tornare agli anni ’60 per trovare l’ultima volta che l’Inter ha disputato tante finali di Champions League in un decennio. Hakan Calhanoglu vedeva in questa finale un’opportunità di riscatto, dopo averne persa una a Istanbul. L’Inter lo aveva ben meritato. Ma quando una seconda possibilità si rivela anche come l’ultima, solo i giocatori dell’Inter sanno quale peso si portavano dentro per questa partita.
Il futuro e le incognite
I proprietari dell’Inter, Oaktree, volevano che Beppe Marotta ringiovanisse il team quest’estate, indipendentemente dall’esito contro il PSG, e quel processo è già stato avviato. Luis Henrique dal Marsiglia è pronto a completare il trasferimento all’Inter questa settimana.
La maggiore incertezza riguarda Inzaghi, che avrà un incontro con il team esecutivo per decidere il proprio futuro sulla panchina interista. È disposto a uscire con una sconfitta per 5-0 in finale? Come si evolverà la ricostruzione? Il tempo stringe, e la domanda resta: qual è ora il passo dell’Inter?