Ben Shelton e i Grand Slam del 2023
THE ALL ENGLAND CLUB, LONDRA — Solo due giocatori sono riusciti a eliminare Ben Shelton dai Grand Slam quest’anno: Carlos Alcaraz e Jannik Sinner. Questa è una buona e una cattiva notizia per Shelton, che ha lasciato Wimbledon nei quarti di finale mercoledì pomeriggio, mentre Sinner lo mandava a casa con il punteggio di 7-6(2), 6-4, 6-4.
Il Déjà Vu di Shelton
Perdonate Shelton se ha avuto la sensazione di déjà vu. È entrato nel suo personale Groundhog Day ai Grand Slam. Il ventiduenne lanciafiamme illumina i campi nella prima settimana, facendo entusiasmare il pubblico con servizi a 145 mph e un atletismo che gli consente di lanciarsi in campo, creando momenti da highlight match dopo match. La speranza cresce e il buzz si diffonde. Shelton prospera nel calore e nella pressione dei quattro major in modi che raramente riesce a replicare in un evento del tour regolare, anche nei tornei più importanti.
La Pressione dei Talenti Straordinari
E poi, quando entra in campo, si trova di fronte a uno dei due talenti straordinari della sua generazione. Inizia a mantenere il passo, non riescono a leggere il suo servizio e la sua potenza da fondo campo è difficile da gestire. Avanza per chiudere i punti, colpendo vincenti di dritto dall’angolo del rovescio. Si arriva al tiebreak del primo set, dove c’è un vantaggio da conquistare e la possibilità di spostare la pressione dall’altra parte. E quando ne ha più bisogno, le qualità che lo hanno portato a questo punto sembrano svanire.
Parte di questo è dovuto ai talenti generazionali, che costringono la maggior parte degli avversari a colpire colpi miracolosi per rimanere in partita. Non c’è molta vergogna nel perdere contro ragazzi come Sinner e Alcaraz nei Grand Slam, considerando che hanno condiviso gli ultimi sei titoli. La pressione che esercitano sui loro avversari per essere perfetti è implacabile, e anche quando quegli avversari sono al massimo delle loro possibilità, Sinner e Alcaraz trovano sempre un modo per essere migliori. Trasformano la difesa in attacco da entrambi gli angoli del campo, anche da quattro piedi dietro la linea di fondo.
Riflessioni di Shelton
Shelton probabilmente rimarrà sveglio per alcune notti a chiedersi come sarebbero potute andare le cose diversamente se avesse realizzato qualche servizio in più nel tiebreak del primo set contro Sinner, invece di sbagliarne quattro su cinque. Sa meglio di chiunque altro che non può dare la colpa al ragazzo dall’altra parte della rete per questo. Potrebbe chiedersi se doveva tirare così piatto e forte nei momenti chiave, piuttosto che cercare forma e direzione.
Un Parallelo con gli Open di Francia
La situazione era inquietantemente simile a un mese fa agli Open di Francia, quando si trovò in un tiebreak del primo set contro Alcaraz negli ottavi di finale, davanti a un pubblico affollato al Court Philippe-Chatrier. Anche allora aveva un set point sul suo servizio. Di ritorno in Australia a gennaio, durante la sua semifinale contro Sinner, ha avuto la possibilità di servire per il primo set e non ci è riuscito, lasciando che Sinner alzasse il suo livello e lo superasse nel tiebreak. Shelton è così vicino, ora. Eppure, è anche così lontano.