La Nuova Era del Calcio Saudita
Il presidente della FIFA, Gianni Infantino, ha dichiarato che la vittoria dell’Al Hilal contro il Manchester City negli ottavi di finale della Coppa del Mondo per Club segna l’inizio di una nuova era. Sebbene la squadra di Simone Inzaghi sia stata eliminata nel turno successivo dal Fluminense del Brasile, battere il club che aveva vinto sei dei precedenti otto titoli di Premier League e la UEFA Champions League 2023 è stato comunque un momento significativo nella corsa dell’Arabia Saudita per diventare una potenza calcistica globale.
Investimenti e Privatizzazione
Questa missione ha preso slancio due anni fa, quando il Public Investment Fund (PIF), il braccio sovrano del ricco stato del Golfo, ha acquistato il 75% delle quote di quattro dei più grandi club del paese: Al Hilal, Al Ittihad, Al Nassr e Al Ahli. Ci sono stati anche processi di privatizzazione di altri club da parte di aziende sostenute dallo stato: l’Al Qadsia è stata acquistata dal colosso petrolifero Aramco, il progetto della nuova città Neom ha acquisito l’Al Suqoor e l’ha rinominato, l’Autorità per lo Sviluppo di Diriyah ha preso il controllo dell’Al Diriyah e la Commissione Reale per Al Ula ha investito nella squadra omonima.
“Fino al 2023, l’intera lega era di proprietà del ministero dello sport del paese, con solo alcuni club che beneficiavano di benefattori facoltosi.”
Questa nuova forma di investimento ha chiaramente portato progressi, e la performance dell’Al Hilal negli Stati Uniti quest’estate ha legittimato la lega agli occhi di alcuni. Ma con quattro anni fino alla prossima Coppa del Mondo per Club, come può la Saudi Pro League (SPL) garantire che le sue squadre continuino a migliorare quando non affronteranno avversari europei in partite competitive durante quel periodo?
Privatizzazione e Crescita della Lega
Ulteriore privatizzazione sembra essere la risposta: aprire la lega a investimenti esteri per aiutarla a competere con le prime divisioni delle principali nazioni europee. Secondo fonti vicine alle discussioni, è in fase di conferma un accordo per la prima azienda straniera che possiederà un club della SPL. Ciò rappresenterebbe un cambiamento significativo.
La seconda ondata di privatizzazione è iniziata l’anno scorso, quando sei club sono stati messi a gara. Al Okhdood, Al Orobah e Al Kholood dalla SPL e Al Zulfi, Al Nahda e Al Ansar dalle divisioni inferiori sono stati resi disponibili, nel tentativo di migliorare la profondità del calcio nella lega saudita. I nuovi proprietari di tutti e sei sono attesi nelle prossime settimane, e l’obiettivo è avere la stragrande maggioranza dei 18 club della Pro League in mani private nei prossimi anni.
“La SPL non vuole una massima serie di privilegiati e non privilegiati, dove solo un pugno di squadre può competere per i trofei.”
Investimenti e Sostenibilità
I quattro club finanziati dal PIF sono stati potenziati da un investimento di oltre 1 miliardo di sterline (1,34 miliardi di dollari al tasso attuale) per reclutare talenti dall’Europa, ma il modus operandi del fondo è semplice: ritorno sull’investimento. Il piano era quello di acquistare questo primo gruppo di club come forma di finanziamento iniziale, far crescere commercialmente la lega e rivenderli per un profitto.
La priorità della SPL ora è creare un modello sostenibile. A differenza dei vicini del Golfo, Qatar e Emirati Arabi Uniti, che hanno dato priorità all’infrastruttura, il calcio saudita ha a lungo inseguito nomi altisonanti piuttosto che solide fondamenta. I giocatori della lega avevano un’età media di poco inferiore ai 30 anni, la durata media di un allenatore era di circa sei mesi e molti club erano gravati dai debiti.
Riforme e Futuro della SPL
In un tentativo di potenziare la SPL, l’ex direttore tecnico del Chelsea e del Monaco, Michael Emenalo, è stato nominato primo direttore sportivo. Emenalo e il suo team tecnico ora fungono da punto di controllo per l’intera lega. Attraverso il centro di eccellenza per l’acquisizione dei giocatori (PACE), forniscono conoscenze di scouting che i club ministeriali possono sfruttare.
Un altro passo importante è stato annunciato questa settimana, poiché la SPL ha ufficialmente assunto la supervisione finanziaria dei suoi club. Il ministero dello sport ha trasferito il suo potere a un nuovo organismo che si inserisce nella struttura della lega, progettato per migliorare la governance finanziaria e rafforzare la disciplina istituzionale.
“L’Arabia Saudita vuole che il mondo la veda essenzialmente come noi, perché allora hanno una legittimità e una fiducia maggiore rispetto al passato.”
Conclusioni
Ci sono chiaramente dei limiti alla traiettoria ascendente della SPL se le loro squadre di vertice affrontano solo i loro omologhi europei ogni quattro anni. L’Arabia Saudita vuole diventare una forza che diluisce il dominio dell’Europa sullo sport più globale del mondo. La questione rimane: questo investimento è solo una forma di sportswashing?