La scomparsa di Elden Campbell
Elden Campbell, ex centro dei Lakers, è morto all’età di 57 anni. Campbell ha trascorso 8 anni e mezzo dei suoi 15 anni di carriera NBA con la squadra di Los Angeles. Cresciuto a Inglewood, ha frequentato la Morningside High School.
Carriera e riconoscimenti
Campbell fu scelto dai Lakers al primo turno del Draft NBA del 1990, proveniente da Clemson, e ha registrato una media di 10,3 punti e 5,9 rimbalzi durante la sua carriera. Ha vinto un campionato NBA con i Detroit Pistons nel 2004, conquistando il titolo contro i Lakers.
Era noto per il suo stile di gioco apparentemente senza sforzo e per il suo atteggiamento calmo e rilassato. Durante una partita il 25 aprile 1997, Campbell schiacciò sopra il centro dei Trail Blazers Arvydas Sabonis al Forum.
Tributi e ricordi
L’ex Laker Byron Scott, che conosceva la famiglia di Campbell, ha dichiarato che la notizia della sua morte è stata dolorosa. “Ricordo solo il suo atteggiamento. È per questo che lo abbiamo soprannominato ‘Easy E’. Era così cool, niente lo faceva accelerare. Si prendeva il suo tempo. Era semplicemente facile. Era un brav’uomo. Amavo Easy, amico.”
Durante la stagione 1996-97, Campbell ha avuto una media di 14,9 punti a partita con i Lakers, giocando accanto a Shaquille O’Neal e Kobe Bryant. La sua migliore stagione è stata con i Charlotte Hornets, dove ha registrato una media di 15,3 punti e 9,4 rimbalzi.
Cedric Ceballos ha commentato su Instagram: “Questa fa male fino alle ossa. Siamo cresciuti insieme da bambini.”
Riflessioni sul suo potenziale
Campbell era parte della classe del 2025 della SoCal Basketball Hall of Fame. Dopo aver lasciato Clemson, era visto come un grande talento con un potenziale vasto, destinato a diventare una forza nella NBA. Anche se non ha mai completamente rispettato quelle aspettative, era un buon difensore e aveva un bel tocco nel punteggio.
Scott ha affermato: “Pensavo che se davvero volesse essere un grande giocatore — e questa è l’unica cosa negativa che direi su di lui — aveva il potenziale per diventarlo. Voleva solo giocare. Non si allenava fino a quando il suo contratto non era scaduto e si preparava a cercarne un altro. Non ha dedicato quel tempo, ma aveva delle abilità. Era grande e forte e poteva saltare molto in alto. Aveva un bel tiro in sospensione. Non voleva essere grande, ad essere onesti. Voleva solo giocare. Ma che brava persona.”
Conclusione
Ricevi le migliori, più interessanti e strane storie del giorno dalla scena sportiva di L.A. e oltre iscrivendoti alla nostra newsletter The Sports Report. Questa storia è apparsa originariamente nel Los Angeles Times.