Meglio tardi che mai: Spalletti non è più allenatore dell’Italia

La Fine di Luciano Spalletti come Allenatore della Nazionale Italiana

Luciano Spalletti non è più l’allenatore della Nazionale italiana, e lo ha fatto in modo molto “Spalletti”: con eccentricità, doppi sensi e parole non dette, lasciando aperti diversi fili interpretativi. Ma prima di immergerci nel suo universo, è fondamentale bilanciare l’analisi con la dura realtà. L’Italia ha mostrato prestazioni inquietanti, culminate in una pesante sconfitta per 3-0 contro la Norvegia venerdì scorso.

Le Prestazioni Inquietanti della Nazionale

Fino al 29° minuto del secondo tempo, la squadra era riuscita a tirare in porta solo due volte, con un xG cumulativo di 0,14. La sconfitta ha messo a serio rischio la qualificazione, spingendo l’Italia verso un possibile ritorno ai playoff per la Coppa del Mondo — un incubo già vissuto, quando fu esclusa da due edizioni consecutive, prima dalla Svezia e poi dalla Macedonia del Nord.

Il Futuro della Nazionale

Questa è l’amara realtà che il nuovo allenatore — Stefano Pioli o, più probabilmente, Claudio Ranieri, che si era ufficialmente ritirato all’età di 71 anni un anno fa — dovrà affrontare.

Torniamo ora nel mondo di Spalletti e analizziamo come è riuscito a complicare la propria uscita. Alcuni avrebbero potuto pensare che si sarebbe dimesso sul posto dopo l’umiliazione contro la Norvegia; invece, ha optato per una separazione “per mutuo consenso” in occasione di un incontro con il presidente della FIGC, Gabriele Gravina, dove si era concordato che avrebbe guidato la partita casalinga contro la Moldova. Tuttavia, Spalletti ha svelato la verità: in realtà, è stato licenziato senza preamboli.

“Cosa dovevo fare? Nascondere la verità affinché la FIGC potesse annunciarlo? Non funziona così”

In realtà, Luciano, è proprio ciò che dovresti fare. Forse, se avessi mantenuto maggior riserbo, l’Italia non si sarebbe presentata in campo così male contro la Moldova come aveva fatto contro la Norvegia. (Non lasciarti ingannare dalla vittoria per 2-0: l’Italia ha concesso 18 tiri e un xG di 1,39.)

Le Pretese di Spalletti e le Scuse

In una conferenza stampa sabato, Spalletti ha assunto la responsabilità, per poi sorprendentemente elencare i nomi dei membri del suo staff tecnico, dichiarando la loro importanza e lasciando la sala sopraffatto dall’emozione. Era sincero? Chi può dirlo: con lui è difficile da stabilire.

La sua affermazione che “alcune delle scelte fatte erano sbagliate” suggerisce che la responsabilità fosse condivisa, ma il suo più grande rammarico è di non aver potuto contare su giocatori importanti a causa di infortuni. Abbiamo voglia di annuire in segno di accordo, ma ci si chiede: di chi stava parlando? Moise Kean avrebbe fatto la differenza? Alessandro Buongiorno? Manuel Locatelli? Lasciamo da parte il fatto che ogni nazionale ha a che fare con infortuni.

Ecco che le scuse iniziano a moltiplicarsi. Il fatto che la Norvegia avesse giocato due partite di qualificazione a marzo è diventato un vantaggio enorme, mentre Spalletti ha affrontato un quarto di finale di Nations League contro la Germania. (Che fine ha fatto il motto “l’acciaio affila l’acciaio”?)

Statistiche e Prestigio di Spalletti

Tornando ai numeri, Spalletti ha diretto 24 partite, inclusa la disastrosa campagna per Euro 2024. Escludendo le quattro amichevoli, ha registrato nove vittorie, cinque pareggi e sei sconfitte. Va bene: ha battuto Francia e Belgio nella Nations League.

Dobbiamo essere chiari: lasciare l’incarico della Nazionale non diminuisce il prestigio di Spalletti come allenatore di club. È stato il migliore allenatore dell’anno in Serie A tre volte, ha vinto diversi trofei con la Roma, diversi campionati con lo Zenit San Pietroburgo e, naturalmente, nel 2022 ha portato il Napoli al suo primo titolo dall’era di Diego Maradona.

La debacle agli Europei dovrebbe chiarire che non era il profilo adatto per il lavoro. Una prestazione poco ispirata contro la Norvegia ha convinto la FIGC a prendere le necessarie misure; un’altra performance altrettanto deludente contro la Moldova ha confermato la correttezza della decisione.